suzuki rg 500 - frenio

Per tentare di arrestare la belva gamma era necessario un super impianto frenante: nessun problema. Ecco la coppia di super dischi anteriori in acciaio da 320 mm, pinze Brembo serie oro a 4 pistoncini e poi le super flange disegnate e realizzate dalle mie abili manine. Per il freno posteriore non potevo non divertirmi un po' alla fresa. Ecco allora questa scultura nell'alluminio! Il disco da 190 mm è carino e basta per fermare la modesta massa del mio gamma. Poi è sempre aiutato dal doppio disco anteriore!

freni

Partiamo dal pezzo forte: ecco la pompa radiale da 19 mm di diametro. Arriva direttamente da una 916 ufficiale Ducati ed è assolutamente il massimo mai prodotto come pompa! Mi è costata un capitale ma pazienza...
Ecco la super staffa tutta sagomata che supporta l'interruttore per la luce stop posteriore, il serbatoio del liquido dei freni e un paio di interruttori per spegnimento motore e luci.
Ecco le due classiche ed affidabili pinze Brembo 4 pistoncini a diametro differenziato. Esiste di meglio ma una decina di anni fa quando le ho comprate erano il top o quasi!
Per ridurre gli ingombri ed evitare contatti con le ruote ecco che idea mi è venuta: ho fresato un po' le pinze! Ho visto che sulle supermotard è un'operazione frequente: speriamo non si apra la pinza in una bella frenata da 240 km/h!
Moto leggera = dischi sottili = poco effetto giroscopico. quindi sottili piste frenanti 320 mm di diametro, 4 mm di spessore in acciaio comunemente montate sulle aprilia RS125 e cagiva mito. La flangia che vedete al centro ha il peso e la consistenza di una ruota ferroviaria...
...allora davide laser all'opera per tagliare 2 flange piane ad hoc. Questo è il risultato! Leggerissime e molto più belle da vedere.
...allora davide laser all'opera per tagliare 2 flange piane ad hoc. Questo è il risultato! Leggerissime e molto più belle da vedere.
Ecco la flangia disegnata con CATIA. Che realismo! scherzi a parte non è il miglior software per la resa delle superfici ma se la cava dignitosamente per riflessi, luci, ombre... Purtroppo non potete ruotare il pezzo sennò apprezzereste di più!
Già so che quest'immagini sarà contestata! Infatti se è vero che per i carichi applicati dal disco alla flangia non ci sono storie: sono bel modellizzate (vedete l'immagine seguente) altrettanto non si può dire del bloccaggio della flangia sul cerchio. Io ho brutalmente bloccato i 6 fori, peccato non sia assolutamente così nella realtà! Infatti il bloccaggio è dato dall'attrito della superficie della flangia a contatto col cerchio; i fori non vengono nemmeno toccati dalle viti di fissaggio che non lavorano minimamente di taglio. Comunque dalle varie esperienze avute in casi simili posso modestamente riconoscere se questa semplificazione porta sensibili errori (modesto come sempre!).
Ecco un'immagine direttamente dalla guida di CATIA che illustra come usare questa nuova funzione per modellizzare un carico distribuito su un arco di circonferenza. Le frecce non sono di lunghezza uguale proprio perché si deve immaginare di avere un cilindro che si appoggia in un cilindro lievemente più grande: nel punto di contatto la forza è max mentre man mano che ci allontaniamo da questo punto la differenza tra i due diametri fa sì che non ci sia quasi più contatto. Ingegneristicamente questa spiegazione fa schifo ma chiarisce subito le cose! E' esattamente il mio caso: infatti i nottolini trasmettono la forza in arrivo dal disco attraverso una certa superficie di appoggio. Bene normalmente è un casino modellizzare questo contatto! quella merda di I-DEAS ad esempio non ne esce con facilità... Con CATIA è possibile avvicinarsi incredibilmente alla realtà! infatti nei risultati non ci sono mai stati valori anomali in questa zona.
Giusto per avere un'idea spariamo la mesh triangolare da 5mm di lato... tutto in automatico senza nessuna semplificazione.
Ecco i risultati come sforzi di Von Mises. Contrariamente a quanto molte menti peraltro competenti mi avevano pronosticato gli sforzi max si situano verso l'interno della flangia. Giusto per non farsi ingannare come polli: tutti dubitavano della resistenza della corona esterna della flangia! E' interessante notare che le rare immagini che le industrie fornisco dei loro studi FEM di solito corrispondono a questo stadio di raffinatezza dei calcoli! Insomma praticamente le immagini che danno alla stampa e al pubblico sono calcoli da 5 minuti; i valori buoni li tengono ben nascosti...
Spingiamo un pelo di più la mesh: scendiamo a 2mm...
Si iniziano a definire meglio le zone di carico critiche. La deformazione stimata del pezzo è di 0,151 mm al max. Dall'analisi delle zone di errore si evince che la mesh va raffinata in più punti. Siamo comunque sempre abbondantemente sotto i valori critici per l'alluminio.
Uso un piano di taglio e seziono la flangia nella zona dove il rosso domina: si vede bene che le zone rosse sono situate sul bordo della flangia che è qui rappresentato ad angolo vivo. Nella realtà questa zona è accuratamente rifinita e raccordata, se riguardate il disegno iniziale della flangia avevo messo dei raccordi 0,3mm, ma CATIA ha enormi difficoltà ad eseguire i calcoli con questi raccordi si rende quindi necessaria questa semplificazione. Comunque come tutti i risultati degli FEM è più importante l'analisi dei risultati che il risultato puro e semplice! (filosofia da ing...)
Provo anche Von Mises con una mesh quadra: non mi ha mai ispirato questa forma ma testiamo un po' visto che non costa quasi nulla e sulla moto ci vado io... anche qui risultati soddisfacenti!
Spingiamo ancora i conti: qui abbiamo i risultati di Von Mises con mesh da 1mm. Non dovrebbe rompersi dunque frenando visto che siamo abbondantemente sotto i 7e+10 N_m2 in più è abbinata ad una deformazione max di 0,154 mm.
Apparentemente i risultati dovrebbero essere veritieri... ma sì, garantisco io!!! Notevoli i risultati delle forze trasmesse dal disco: solo un piccolo triangolino dove l'incertezza del risultato sale un pelo! O è super giusto o è tutto sbagliato... Si poteva spingere ancora di più la geometria del pezzo, aggiungendo un pelo di materiale in alcuni punti ed eliminandone parecchio in altri ma visto che si tratta dei freni direi che un coefficiente di sicurezza di tutto rispetto è da preferirsi!!! Diciamo che se proprio non riesco a stracciare le bicilindriche ducati andrò ad alleggerire ancora anche questo particolare...
Piccole modifiche anche ai cazzilli (termine prettamente tecnico!) che ci sono tra pista frenante e flangia. Delle simpatiche rondelle di mia realizzazione rendono il disco super flottante.
Dopo tutti sti casini ecco finalmente i miei poderosi dischi assemblati. Osservate che design super figo.
Un miracolo: tutto sta attaccato alla moto!
L'insieme pinze dischi adattatori vari montato. Quante grane per arrivare a questo risultato!
Questa foto non dice molto ma siccome è molto scenografica l'ho messa!
Che bello questo simpatico dischettino da 190 mm di diametro che ho aspirato da uno scooter aprilia SR. Grazie mattia per la donazione!
Completo l'impianto con una pinza Brembo prelevata dal posteriore di una cagiva mito. Grazie sergio per la pinza prima e poi per la mito intera dopo!!!
Per eliminare il puntone di reazione originale suzuki e adattare tutti gli imgombri sono partito dal mio solito pieno di alluminio... e giù di fresa!
Lucidatina generale ed ecco pronta la piastra.
Ecco la piastra piazzata sulla moto. Quasi non si vede ma come sempre ha richiesto un sacco di ore di lavoro!
Tutto il retrotreno montato. E' bello già solo guardandolo!